L'evoluzione dell'armatura nel Medioevo

Le prime armature indossate dai cavalieri nel medioevo sono molto semplici. In pratica, essa è costituita da una cotta di maglia, una sorta di tunica costituita da tanti, piccoli anelli metallici fittamente intrecciati tra loro. Successivamente, questa corazzatura va estendendosi, arrivando a proteggere anche braccia e gambe, attraverso l'utilizzo di maniche e cosciali di maglia metallica. È in questo periodo che si inizia ad usare anche una sottocotta (o gambesone) imbottita e trapuntata che ha il compito di attutire e smorzare il più possibile i colpi che il cavaliere riceve. Quindi, questo tipo di corazzatura è costituita da una sorta di cappuccio, sempre in maglia metallica, chiamato camaglio,da una cotta di maglia per la protezione del busto e da un altro elemento metallico per la difesa delle gambe, denominato chauteaux. L'insieme di queste tre parti va a formare l'armatura chiamata usbergo.

cotta di maglia con sottocotta (o gambesone)
 Questo tipo di corazzatura può arrivare a pesare fino a 15 kg, talvolta anche fino a 20, a seconda del tipo di anello che va a formare la maglia metallica; un'armatura con un anello di 0,6 cm di diametro è senza ombra di dubbio più pesante di una costituita da anelli di 0,8 cm di diametro ma, d'altro canto, fornisce una protezione migliore, avendo una maglia più fitta. Il tipo di anello più utilizzato per questo tipo di corazzatura è il piatto rivettato.

Nel Trecento comincia a diffondersi l'utilizzo di piastre di ferro per la protezione degli arti, o quantomeno per le parti più esposte di essi. Allo stesso modo, piastre metalliche cominciano ad essere adoperate anche per la difesa del torso.
È nel secolo successivo però, che i cavalieri cominciano ad utilizzare una completa armatura metallica, che copre tutto il corpo proteggendolo nella sua interezza. Queste corazzature sono caratterizzate da un elevato peso (fino anche a 30 kg) che però, sono così ben distribuiti da consentire ad un guerriero armato di tutto punto di correre, di saltare o montare a cavallo senza alcun problema e senza l'aiuto di nessuno. Ciò nonostante, alcune storie simili a leggende senza alcun fondamento, narrano di cavalieri che si facevano issare a cavallo mediante l'uso di gru, perché bloccati dall'elevato peso della corazzatura. A dire il vero, il più grande problema che riguarda queste armature è rappresentato dalla scarsa aerazione e dal conseguente effetto "fornace" che può scaturire durante una battaglia.
armatura da combattimento

Bisogna comunque sottolineare il fatto che, col passare del tempo, il miglioramento delle tecniche di lavorazione dei metalli, soprattutto per ciò che concerne la levigatura e la sagomatura, portano queste armature a diventare sempre più leggere, pratiche e funzionali.

Per quanto riguarda l'aspetto più puramente estetico, le armature di sovente si rifacevano ai colori delle vesti civili. Talvolta venivano verniciate di nero, anche per proteggere il metallo; altre volte invece, venivano azzurrate in modo tale da riflettere i raggi solari, garantendo un discreto calo del surriscaldamento del metallo.

Le corazzature inoltre, sono spesso arricchite dall'oro, usato per ricoprire alcune zone come i bordi ed i fregi. Talvolta, in casi particolarmente speciali, la finitura in oro viene estesa a tutta l'armatura.

Per quanto riguarda l'indosso infine, le armature più antiche sono tutto sommato facili da indossare, a differenza di quelle complete che richiedono una lunga e faticosa procedura di vestizione.

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