I Normanni nell'Italia meridionale e in Sicilia

La storia ci racconta che l'Italia Meridionale e la Sicilia non subirono attacchi dai vichinghi durante il X sec., attacchi che interessarono quasi tutta l'Europa. All'inizio dell' XI sec. alcuni gruppi di guerrieri Normanni, provenienti da Normandia e nord Europa, giunsero in Puglia come mercenari al soldo di Melo di Bari, un latifondista di origine Longobarda che si era ribellato a Bisanzio. I mercenari Normanni vagarono per il territorio dell'Italia meridionale, offrendo i loro servigi da mercenari e facendosi pagare cospicue somme di denaro dai signori e dai signorotti locali. Soltanto nel 1030 il capo di una di queste bande di mercenari, chiamato Rainolfo Drengot, ottenne dal Ducato di Napoli, la Contea di Aversa in cambio dei servigi che doveva rendergli. La Contea di Aversa quindi, divenne un punto di riferimento per gruppi Normanni provenienti dal nord Europa, come ad esempio per la stirpe dei Tancredi d'Altavilla; i suoi figli ebbero la possibilità di giungere fino ad Aversa grazie alla presenza di questa piccola Contea. Nel 1038 due figli di Tancredi, Guglielmo Braccio di ferro e Drogone, approfittarono della debolezza dell'Impero Bizantino in queste regioni del sud Italia, per conquistare Melfi in Puglia. Il Ducato di Melfi divenne il trampolino di lancio per le successive conquiste Normanne, come ad esempio la Calabria guidata da Roberto il Guiscardo.

I territori Normanni nell'XI sec.

Soltanto nel 1048-1054 l'espansione Normanna trovò un ostacolo: Papa Leone IX, non vedendo di buon grado l'espansione verso la Campania in direzione di Benevento, città che era assoggettata all'autorità papale, decise di muovere guerra contro di loro, ma nel 1053 fu sconfitto e fatto prigioniero. Il papato si trovò in difficoltà anche a causa dello scisma della Chiesa greca. Fu a quel punto che il papato si rese conto che i Normanni potevano essere dei validi alleati in grado di strappare a Bisanzio i territori dell'Italia meridionale, ottenendo un'influenza maggiore sulla Chiesa greca. Nell'anno del 1059 venne stipulato così l'accordo di Melfi, in cambio dell'appoggio normanno al papato. Infatti Riccardo D'Aversa e Roberto il Guiscardo vennero riconosciuti vassalli della Chiesa di Roma, inoltre Roberto fu riconosciuto come Duca di Puglia, di Calabria e futuro Duca di Sicilia, titoli che indicavano verso quale direzione il papato indirizzasse l'espansione dei nuovi alleati. Da quella data Roberto il Guiscardo ebbe numerosi successi militari; infatti nel 1060 completò la conquista della Calabria, nel 1061 prese Messina, nel 1071 Bari, poi  Palermo nel 1072, e nel 1073 Amalfi. Nel 1073, impossessandosi di Salerno, portò a termine la conquista dell'Italia meridionale, ma il Guiscardo, incoraggiato dai successi ottenuti, puntò verso i Balcani per aprirsi la strada in direzione di Costantinopoli, forse spinto anche dall'idea del Papa. Sfortunatamente fu richiamato in Italia per sedare una rivolta filo-Bizantina, morendo nel 1085 in seguito ad un'epidemia.

Il Papa Niccolò II, durante il primo Concilio di Melfi, nomina Roberto il Guiscardo, Duca di Puglia e Calabria.

Il figlio di Tancredi, Ruggero I aveva portato avanti l'occupazione della Sicilia, cacciando definitivamente la dominazione araba nel 1091. Solo Ruggero II figlio di Ruggero I e unico erede del Guiscardo, decise di riunire sotto la sua autorità tutti i territori conquistati dai suoi avi Normanni.  Infatti la notte di Natale del 1130 fu incoronato da papa Anacleto II con il titolo di "re di Sicilia di Calabria e delle Puglie". Ruggero II riprese la politica espansionistica verso i Balcani ma non vi riuscì a causa della sua prematura dipartita. La politica d'espansione fu abbandonata anche dal figlio Guglielmo I, per poi essere ripresa dal successore Guglielmo II, al quale toccò in sorte di passare alla storia come ultimo re dei Normanni di Sicilia. I domini passarono, in mancanza di eredi, a Costanza d'Altavilla che era figlia di Ruggero II. Costanza aveva sposato Enrico VI figlio di Federico Barbarossa, il quale grazie ad un matrimonio politico, riuscì a riunire la corona Imperiale e la corona del Regno Normanno di Sicilia, in modo da stabilire una dominazione, inizialmente militare,  dimostrando successivamente grandi capacità organizzative e legislative. Il Regno di Sicilia era costituito da numerose città, diverse dall'isola stessa, come Amalfi, Salerno, Beneventom, Capua, che avevano origini non solo bizantine ma anche longobarde e arabe; per questo i Normanni cercarono di applicare su tutto il regno una politica unitaria, in modo da integrare e rafforzare la propria monarchia sui territori assoggettati. Questa forma di governo portò ad un'affermazione delle idee Normanne a livello politico e amministrativo, ma anche alla creazione di un apparato burocratico all'avanguardia rispetto al resto d'Europa. Molte delle usanze e della cultura del popolo scandinavo furono portate, adattate e integrate anche con le culture circostanti. Come in Inghilterra, in Normandia e parte del Nord Europa, i Normanni introdussero le loro relazioni vassallatiche tra il potere centrale e le aristocrazie locali: furono istituite ad esempio le figure dei funzionari, posti sotto il controllo diretto del re, i camerati e giustizieri, che avevano il compito di esercitare la giustizia e gestire l'amministrazione delle circoscrizioni pubbliche sotto il controllo della Corte stabilita a Palermo.

Espansione Normanna nell'XI-XII secolo

Le città del Meridione dipendevano invece direttamente dal re senza alcuna mediazione signorile; infatti furono relegate ai margini della vita politica, sia perché la dipendenza dal potere centrale delimitava la libertà d'azione, sia perché gli ufficiali cittadini eletti localmente, essendo considerati rappresentanti del re, divennero di nomina regia. Questo spiega perché il Meridione non fu investito da quello sviluppo della vita comunale che caratterizzò il resto d'Italia. La corte di Palermo non solo divenne la residenza del re stesso, ma anche un importantissimo centro artistico-culturale, dove si usavano gli elementi della cultura arabo-bizantina con quella della tradizione nordica normanna.

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