Rocca Calascio

In tanti nostri post, abbiamo dimostrato come l'Italia custodisca panorami e scenografie suggestive a sfondo medievale. Esiste un luogo, nell'Italia centrale, dove le suggestioni raggiungono vette quasi inarrivabili: questo posto è in Abruzzo, ed è la Rocca di Calascio.

Il castello di Calascio
Sulle propaggini meridionali del Gran Sasso, in sella ad un crinale a 1460 metri di quota, il re normanno Ruggiero d'Altavilla decide di costruire, dopo il 1140, una rocca che dominasse le vallate ed il territorio sottostante. In effetti, il panorama che si può ammirare dalla rocca spazia per decine di chilometri, rendendo il sito un luogo di avvistamento ideale.
Il primo documento storico che attesta la presenza del castello, risale al 1239; ed insieme ai borghi vicini formerà una baronia che verrà smantellata soltanto ai tempi dell'unità d'Italia, quando gli ultimi diritti feudali verranno annullati.
La fortezza, a pianta quadrata e a torri inizialmente quadrate, ebbe diversi proprietari, fino a quando, nel 1463, Ferdinando di Aragona la affidò ai Piccolomini, che ricostruirono le mura in ciottolame e crearono le attuali torri angolari cilindriche.

Le torri angolari quattrocentesche e la base in ciottoli, col mastio centrale che emerge dall'interno delle mura
Il borgo venne abbandonato nel 1703 a seguito di un devastante terremoto, e rimase tale fino al XX secolo, quando il sito venne recuperato.
Il castello presenta i resti di una merlatura ghibellina, visibile lungo alcuni camminamenti di ronda.

Muratura del castello
L'accesso al castello avviene attraverso una rampa in legno retrattile, sospesa a cinque metri dal suolo; intorno sono presenti i resti di un borgo, che rappresenta l'antico agglomerato urbano più prossimo alla fortezza.

Il borgo abbandonato di Calascio
La natura aspra rendeva il territorio letteralmente inespugnabile. Un borgo più recente, meno esposto ai continui terremoti della zona, venne costruito più a valle del precedente, ed è tuttora piuttosto conservato.

Borgo di Calascio recente, posto leggermente più a valle rispetto a quello più antico
La commistione fra paesaggio e medioevo è pressoché unica: l'assenza di alberi, che consente la vista per decine di chilometri, imprime nell'escursionista una sensazione di immensità al territorio osservato.
Ogni parola, nel descrivere la suggestione di tali panorami, sarebbe superflua. Quindi è giusto lasciar parlare le immagini, e lasciare a voi lettori la scelta di stabilire se valga la pena di andare a visitare un posto del genere.

Panorama dalla rocca verso il Gran Sasso, con la chiesa di santa Maria della Pietà, di epoca barocca
Castello dal sottostante burrone
Crinale su cui sorge il castello, sullo sfondo la Maiella
Santa Maria della Pietà ed il Gran Sasso sullo sfondo

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